mercoledì 7 maggio 2008

Allarme sicurezza a Bregobbio

di Sir Charles Littlegood

Un omicidio efferato ha sconvolto la quiete di Bregobbio.
Due giorni fa, era una calda sera a Bregobbio. Il sole stava dolcemente scomparendo dietro i pendii coltivati a vitigni delle campagne circostanti, i cittadini rincasavano alla spicciolata mentre le mogli più premurose preparavano deliziose cenette. Dalle finestre ai piani bassi usciva il profumo delle cucine, da alcune la ragliante Telepannocchia faceva compagnia ai single e alle matrone indaffarate intorno ai fornelli.

Lucia Pitocchi stava tornando a casa. Aveva trascorso tutta la giornata all'università, come d'abitudine. Erano giornate intense, quelle, tutto lo staff del professor Gino Claudio Orazio Zardellone stava lavorando alla messa a punto del saggio sulla vita dei microbi che sarebbe uscito sul numero successivo di Scoperte&Invenzioni. Tutto il laboratorio era in fibrillazione, stanco, stressato, ma soddisfatto per gli stupefanti risultati della loro ricerca.
Lucia sentiva già il sonno appensantire le sue palpebre. Osservò svogliata gli ormai tipici cartelli che ammonivano sul rischio di un invasione di rane, pensò alle strane storie che aveva udito qualche sera prima da Nonno Jattolo su presunte strane creaturine che abitavano le grotte circostanti il paese. Sorrise. Ormai conosceva l'aura magica e un po' strampalata della sua città d'adozione, ma ancora non riusciva a non guardare con un po' di scientifico distacco quelle balordaggini. Ma Bregobbio le piaceva così...
Percorse rapida il corso, poi svoltò a sinistra nel quartiere dei Tre Pini. Di vicolo in vicolo in poco tempo sarebbe arrivata a casa. Gianni sicuramente la stava aspettando, probabilmente aveva già messo qualche sfiziosa prelibatezza sul fuoco. Il giorno precedente l'aveva sentito vaneggiare di un aperitivo salato alla fragola... Arricciò il naso pensando alla faccia entusiasta che avrebbe dovuto ostentare di fronte a quell'ennesima stramberia. Ma Gianni era un bregobbiese doc e, per questo, anche lui le piaceva proprio così...
Mentre fantasticava sul suo lavoro e sulla sua cena, percorrendo Via dei Salici Piangenti, si sentì strattonare alle spalle. Un energumeno incappucciato la spinse con violenza verso il muro scorticato di una casa e le piantò una mano zozza e sudata sul collo.
"Tieni ch'uscì i soldi!", rantolò con un accento lontano mille miglia dalla cantilena dinocollata bregobbiese. "Tieni ch'uscì i soldi u t'eschiu i budelli!" gridò l'uomo con maggior convinzione.
Lucia avrebbe voluto gridare, ma la morsa dell'assalitore le serrava la giugulare e gli strozzava il fiato in gola. Provò a dimenarsi, a sgusciare via, vanamente. Iniziò, arresa, a cercare il portafogli nella borsa. Cadde una piccola trusse, uno specchietto si frantumò in milla pezzi.
All'improvviso dette un ultimo, disperato strattone e colpì il manigoldo alle parti basse. Questi mollò la presa e lei, con gli occhi chiusi solcati da lacrime terrorizzate, iniziò a correre sulla leggera salita di Via dei Salici Piangenti. Ma fu tutto vano. Dopo quattro o cinque passi il rapinatore era di nuovo su di lei, l'aveva scagliata a terra e continuava a colpirla con quelle sue forti manacce putride.
Così l'ha trovata l'ispettore Guazzabugli quando è arrivato sulla scena del delitto: riversa al suolo, faccia a terra, il tailleur panna sporcato da un abbondante pozza di sangue scuro che iniziava a raggrumarsi. Poco distante, i resti dello specchietto. Lucia aveva il cranio fracassato, il cervello spappolato. Doveva essere morta quasi sul colpo, pensò Guazzabugli, ma in preda ad atroci sofferenze. Dell'assassino nessuna traccia, anche se avrebbe dovuto aspettare i risultati della scientifica (che, ironia della sorte, opera proprio nel laboratorio a fianco a quello di Lucia).
Per il momento gli inquirenti hanno in mano soltanto la vaga e frammentaria descrizione di una residente di Via dei Salici Piangenti. La foto è stata affissa a tutte le cantonate della città, in tutti i bar campeggia l'identikit del losco figuro. La polizia ha rivolto un appello a tutta la popolazione: "Bregobbiesi, non uscite di casa dopo il tramonto, se non in compagnia!".
Sulla cittadina della spensieratezza e della castroneria è calata da due giorni una cupa e tetra cappa di gelo e di paura. Paura che Lucia possa essere soltanto la prima di una lunga serie di vittime innocenti.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

E'llaveva a stare casa a frea'a sugo

Jattolo Manigoldi

Anonimo ha detto...

non sarà con questo spicciolo qualunquismo che cattureremo l'assassino!

Anonimo ha detto...

Secondo me l'assassino è di camporognone... con quell'accento la!