martedì 11 marzo 2008

"Lasciami animale", il grido poetico di Gualtiero Macchia

di Upo Upi

È da poco pubblicata la nuova raccolta di poesie di Gualtiero Macchia dal titolo “Lasciatemi animale” (2008 - Stolzi Editore, Parma).
Gualtiero Macchia nasce in Magadascar nel 1956. All’età di sei anni la sua famiglia si trasferisce in Italia, ritrovando le origini nel piccolo borgo di Pandurras. Isolato dal mondo all’età di sette anni, al riparo dalle contraddizioni e ispirato dai paesaggi collinari, si dedica quasi esclusivamente alla lettura. Seguito dal padre, inizia i primi esperimenti poetici nel sessantasei, quando dalla minuta terrazza di camera scorge un vecchio spingere un mulo.
Tuttavia è negli anni settanta che esplode la produzione poetica, iniziando gli studi di lettere classiche, mitologiche e pagane. Ai primi anni di studi universitari entra a fare parte di un salotto di scrittori poeti e musicisti. In questa fase contribuisce fortemente allo sviluppo del movimento chiamato “Bestinale”. Consacrato dalla critica nei primi anni ottanta, quando realizza la “raccolta del tempo dei cani”, si trasferisce a Bollino dove incontra la sua futura moglie Cosentina Marra e dove attualmente vive. Tra le opere più famose il ciclo di poesie intitolato “Tramonti di un fagiano”, del 1988.

Il cane bagnato - 1979
(Gualtiero Macchia)


"Io sono il padrone.

Tu sei il cane bagnato e ti guardo mentre guaisci del tuo stesso fetore.
Si desta l’aria e tutto intorno non è più festa.
Guarda gli uomini che s’inclinano a te per poi rifuggire da ogni tuo gesto.
Oh cane bagnato, io ti studio, ti indico e tu continui a far del cane che sei la sola vita.

Tu sei l’uomo e ti guardo mentre sbavo.
Tu sei l’uomo e non devo fare niente perché tu uomo mi devi accudire.
Ho fame e voglio mangiare, son stanco e mi rannicchio a terra.
Portami fuori, raccatta le mie feci, indicami pure, scansami se vuoi.
Io sono il cane bagnato."

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ogni volta è un emozione

Anonimo ha detto...

Macchia e' la poesia povera che si fa ricca! Cito un verso di una poesia che amo particolarmente:
'...se anche i mirti avessero il pelo del mulo, lasciate che il sonno li inghiotta a fette e che la noia li dipani nell'ombra assuefatta dai canti dei gitani innamorati.'
HO DETTO TUTTO!
Ermanno 76

Anonimo ha detto...

"Agogna la gogna, in fondo alla fogna la rogna. E tu sogna un suono lontano la zampogna è natale ma qui si sta male.."

Macchia mi riempie sempre.

Se volete scambiare opinioni e parlare di Macchia scrivetemi
email: Veramula@libero.it
ciaoooooooo

Anonimo ha detto...

Ciao Vera, abbiamo fatto una lunga chiacchierata alla fiera del libro a Pallino. Sono Acario...
È un enorme piacere leggersi anche in questi contesti.

Aca