mercoledì 12 marzo 2008

Mirtomulo - Gualtiero Macchia (1976 - Stolzi Editore)

a cura di Erimo Nonno

Mirtomulo

"Mi calo dai colli vitali, dove si odono silenzi irreparabili e suoni di zoccoli come gemme bestiali. Allora disteso su questi mari rifletto: se anche i mirti avessero il pelo del mulo, lasciate che il sonno li inghiotta a fette e che la noia li dipani nell'ombra assuefatta dai canti dei gitani innamorati."

5 commenti:

Anonimo ha detto...

vorrei far notare che c'è un errore di battitura nella poesia del grande lirico Macchia, nell'ultimo verso si legge infatti "gitani innamorati" mentre nella versione originale del 72, composta durante la lunga degenza in seguito all'attacco di orchite che colpì il poeta, il verso si conclude così "nell'ombra assuefatta dai canti dei genitali innamorati."

fedelissima38

Anonimo ha detto...

Gentile Fedelissima72, c'è stato un grande dibattito in merito alla questione "gitani-genitali" da lei proposta.
Due versioni: la prima "genitali", la seconda "gitani". Macchia, probabilmente influenzato da Gino Stolzi dovè mitigare la parola del verso. Le pubblicazioni ufficiali alle quali ci dobbiamo rifare riportano la versione da noi proposta.
Con affetto.
Upo Upi

Anonimo ha detto...

"la poesia che sarebbe mancata all'Italia"

Anonimo ha detto...

Macchia è il colore più bello della lirica post bellica.

trallallerollalla amico di loppo ha detto...

macchia è solo un subdolo tentativo di colta letteratura, forse il nome a l quale egli s'ispira (Marcello Macchia)sta riflettendo sul perchè di tanta merda!!