mercoledì 11 giugno 2008

Tappetino umano, una professione


a cura di Enzio Biagio


Siamo a New Yard, nel Massassikota, in poche parole: la capitale del potere economico. Sei stagista? Sei a contratto a progetto? Uno vale l'altro, infatti la richiesta che il tuo capo ti farà sarà una ed una soltanto: il tappetino umano, ma letteralmente. Diventerà una moda?

Si perchè, se prima le stagiste stavano sotto la scrivania o poggiate alle macchine fotocopiatrici o a novanta per raccogliere il bicchierino di caffè dalla macchinina erogatrice, oggi il nuovo stagista, semplicemente, si sdraia a terra. Zerbino? Si. Tappetino? Si. E c'è chi parla di lavoro flessibile... Più di così. Frank Adinolphi, però, ha deciso che era stufo ed è andato dal suo capo, nel suo uffico nella 24th avenue e sbattendo prima la porta e poi i pugni sulla scrivania ha detto: "Basta! Tappetino si, ma di professione, lei mi deve assumere!". Strano, bislacco, forse si, ma più che ragionevole, dopo sei mesi passati tra acari, lanucole, cicche spiaccicate, formiche, cacchette di cane, ecc ecc. Frank adesso è diventato l'idolo degli eterni precari, con i suoi 36 anni, la sua pancetta, la sua barbetta e la sua cameretta con mamma e papà, ha un nuovo obbiettivo nella sua vita : fare del tappetino umano una professione. E in futuro... Papà ma tu che lavoro fai? Il tappetino umano! risponderà Frank a suo figlio, forse, chissà, un giorno, se mai uscirà di casa a trovarsi uno straccio di fidanzata.

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