mercoledì 10 settembre 2008

A Mentovano San Bolso è febbre Gran Premio


Tredici anni di ricerche, quattromila ingegneri coinvolti, ventitre chilometri di tracciato,dodici paraboliche, otto giri della morte. Questi i numeri della più veloce pista "slot" di macchinine elettriche del mondo, la versione enorme di quella che tutti i bambini hanno avuto in camera sognando di essere in formula uno.
Il primo gran premio di prova è previsto per domani pomeriggio a Mentovato San Bolso. La pista dovrebbe consentire alle macchinine di raggiungere velocità inimmaginabile, il picco massimo dovrebbe essere raggiunto al quarto giro della morte del secondo giro. Per alimentare la pista occorrerà l’energia necessaria a mandare avanti una città di dodicimila abitanti. I piloti di macchinine saranno muniti del classico comando con la leva da azionare col pollice e dotati di telescopio viste le dimensioni della pista. Mentovato San Bolso aspetta con ansia il gran premio che metterà la piccola cittadina al centro delle cronache sportive mondiali.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Questo sciagurato esperimento porterà alla fine del mondo a cominciare da San Bolso. Auspico un po' di buon senso da parte degli organizzatori. Invito inoltre la redazione de Lacipolla a non alimentare falsi entusiasmi nei confronti di qualcosa che con molta probabilità avrà effetti sconsiderati.
Metullo P. - docente Università astrofisica del Gattosomaro

Anonimo ha detto...

Gentile Prof. Metullo,

quali sono rischi dell'esperimento? Cosa succederà a San Bolso quando le macchinine raggiungeranno la massima velocità. Sono molto preoccupato, anche perché dopo 5 anni di disoccupazione quello di domani dovrebbe essere il mio primo incarico da commissario.

Guglione Splunt da Mentovano San Bolso (commissario di pista)

Anonimo ha detto...

Egregio Guglione Splunt da Mentovano San Bolso, al quarto giro ovvero al raggiungimento della velocità di punta, si rischia l'apertura di una voragine cosmica in grado di risucchiare poco a poco tutta la terra. Mi spiace pere la tua condizione lavorativa ma ti esorto a non trascinarci in tale possibilità drammatica.
Cordiali saluti

Metullo P. - docente Università astrofisica del Gattosomaro