venerdì 7 marzo 2008

Ohohoh. Il manifesto del dentro-fuori, firmato Bennet

Syd Bennet durante la lavorazione del suo nuovo film Ohohoh

Di Gustavo Onioni

Atteso dalla critica come l’opera simbolo del “dentro-fuori”, esce nelle sale mondiali l’anteprima del film realizzato dal cineasta inglese. Col titolo provocatorio “Ohohoh”, nasce un film per i palati più fini. Il filo conduttore di tutta la storia messa in piedi in quasi otto mesi di lavoro, è l’ormai celebre concetto dell’uomo che appare e scompare dalle azioni quotidiane. Il paradosso si concretizza tra l’amore di due giovani che vengono spinti verso l’oblio dal loro stesso senso di presenza destrutturata. Abbiamo intervistato Bennet prima della visita al Festival di Kiev.

Maestro, cosa si aspetta dal suo pubblico rispetto al suo nuovo lavoro?
Mah (stringe le spalle – pausa). Il film, come già qualche amico che l'ha visto mi ha detto, fa del concettualismo spinto e della desrutturazione iperreale la sua forza. Diremmo quasi che si tratta di una lunga e intensa masturbazione mentale sparata all’estremo. Per rendere più chiaro il concetto ho inserito anche una scena di masturbazione fisica: i due protagonisti stanno per fare sesso, lei scompare e lui continua da solo. Lo spettatore cerca spiegazione ovunque, anche dove non ci può essere. Lui scompare perché scompare, non perché l'hanno rapito gli alieni.
Cosa è cambiato dal suo vecchio modo di fare cinema?
Diciamo che prima il mio dentro-fuori era più dentro-fuori-dentro, e questo era un dentro-fuori a metà, se mi permette. Ora siamo più sul dentro-fuori-fuori, chiaramente più forte. Il titolo Ohohoh, tra l'altro, è una citazione di Babbo Natale. Spero abbia capito.
Perfettamente.
Forse non mi sono spiegato molto bene, a vedere la sua faccia.
Molti le rimproverano di chiudersi troppo in se stesso, privandosi di un coinvolgente contatto con il pubblico.
Quando giro sono nichilista e penso al mio godimento, al mio gusto. Sinceramente al momento della creazione del pubblico me ne sbatto il membro(gesto esplicativo).
Crede che l’ambiente nel quale opera abbia bisogno di rinnovamento?
Rinnovamento? C’è bisogno di un maremoto, di un cataclisma. Voglio che sprofondino tutti questi perbenisti alla Glomber o alla Spaniante, o peggio ancora i Gagliese o i Jealuoi, loro voglio che soffrano prima di sprofondare.
Londra oggi…
Non si trova un pub aperto alle 4 del mattino e costano troppo le sigarette.

L’unica certezza di lui sono le pellicole che rimangono e che al di là di tutto fanno apprezzare le sue opere e lo consacrano come uno dei maggiori artisti del nostro periodo storico.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Lo sapevate che Bennet è gay!???
Io lo so perchè ci ha provato con me!

Anonimo ha detto...

queste sono illazioni degli invidiosi. bennet sei il nostro eroe

Anonimo ha detto...

bennet una volta in una notte ha trombato 12 donne nere 8 bianche e 6 asiatiche.

Anonimo ha detto...

Questi commenti insulsi rovinano la poesia del cinema bennettiano...

Anonimo ha detto...

salve a tutti mia cugina che fa le promozioni nel supermercato Sordidi mi ha detto che Bennet consuma enormi quantità di tamarindo e poi mi ha detto che quando ha visto il film ha pianto perchè anche a lei era successa una cosa simile allora io gli ho chiesto se davvero il suo ragazzo era sparito mentre facevano l'amore e lei mi ha detto cretina subito dopo e non è mai ricomparso. saranno stati gli alieni?
ma il tamarindo dà dipendenza?

orsettorosapallido87

Anonimo ha detto...

Non avrei mai vluto essere io a dirtelo orsetto...ma purtroppo si...il tamarindo da assuefazione:
io conosco uno che a furia di berne è diventato un tamarindo.

jenny@fer79.net