lunedì 29 settembre 2008

I viaggi da protagonista di Manggiossi Cash

A Tornione del Rombo Spagga Tratta: un esperienza che mai dimenticherò

Tratto dai dialoghi di "Storie drogate" , edito da Furori Sanguigni. Stanna Chiatta ( MA)
( tempo di lettura 3 minuti e 50 )
“Tornione del Rombo Spagga Tratta ha mantenuto sempre negli anni un certo rigore che lo distingue da altri paesi simili del territorio nazionale. Infatti l’arredo urbano è molto curato e nel complesso l’aria che si respira è tranquilla, silenziosa e calma. Una calma che non comunica ansia nell’attesa di qualcosa che può irrompere all’improvviso. Qui non succede mai niente. Nulla. Nessun fatto degno di nota.. Mai nessuna sorpresa. Insomma, un paese qanto mai sereno.
-"E i suoi abitanti?"

I Tornionesi, sono“distesi”, dai volti puliti e freschi, i cui sguardi comunicano serenità e pace. Gentili, affabili, educati e di buone maniere, i Tornionesi accolgono i turisti con grandi sorrisi e cordialità. Senza essere invadenti chiedono, sono curiosi, ma con il massimo della gentilezza. Osservando intorno ci si accorge che nessuno corre, è mai di fretta. Le persone in questo paese lavorano lente e le loro auto non fanno rumore, nemmeno i motorini fanno frastuono e recano disturbo alla quiete che qui si impone senza che nemmeno tu te ne accorga. Le finestre delle loro case sono sempre spalancate e le porte socchiuse. La fonte che alimenta l’energia è esclusivamente il sole. Tutto intorno sembra adeguarsi e conformarsi a questa comunità di persone calme, distese, serene. La natura appare in perfetta armonia. I piccioni per esempio, non defecano dai tetti, riempiendo i bordi dei marciapiedi del loro guano, ma volano lontani leggeri come farfalle, immergendosi nei boschi circostanti. Gli alberi quando perdono le foglie non contribuiscono con il vento a spargerle per le strade; al contrario, le fanno scivolare lungo il proprio tronco per poi accumularle e spingerle morbidamente verso le acque del fiume che come vagoni sui binari di un treno, partono in fila senza smarrirsi. Piove poco, solo per annaffiare i campi e invigorire i fiori. Il più delle volte il cielo è terso e le nuvole sono bianche come il manto della Madonna. Tuttavia, Tornione del Rombo Spagga Tratta ha una storia da raccontare.
Mi dispiace deluderti, perchè nessuna notizia è mai trapelata qua. Qui i giornali non esistono. In questo paesino tutti sono uguali e hanno la stessa importanza. Non sai mai cosa succede. Ma molto probabilmente nulla, se non le cose più normali e più comuni. Un paese “timido” se vogliamo, i cui cittadini però, non prediligono il giudizio. Ma arrivo al dunque, qui ho vissuto un ‘esperienza che mani dimenticherò. Visitai questo paese quindici anni fa. C’era un grande sole rosso che abbagliava. Mentre seduto sulla panchina contemplavo lo scorcio di un vicolo colmo del rosso del tramonto, immerso in un paese che nell’ora di cena si spopolava, un bambino mi si avvicinò chiedendomi: “perché a Tornione non c’è la musica?”. Rimasi esterrefatto, non me ne ero accorto, e non seppi come rispondere. Guardai quindi verso i negozi chiusi e le stradine acciottolate sgombre . Corsi allora verso la piazza, era misera ma luccicante; i raggi del sole riflettevano intensamente sull’antico pavimento della piazza . Mi ripetevo continuamente, come mai in quel paese effettivamente non c’era musica. Ma soprattutto io non me ne ero accorto in tutta la giornata.. Allora preso da un senso di angoscia, fermai con impeto e in malo modo, l’unico paesano che passava di lì, chiedendoglielo. Il signore guardandomi fisso negli occhi, mi disse: “Caro mio, il rock è morto, il rock è morto” e ammutolì. Ma a quel punto una lacrima scavandole la ruga sul viso cadde sull’asfalto del marciapiede; forse, l’unica “macchia” esistente, su tutto il paesino quanto mai immacolato. A quel punto mi sentì tirare la giacca, e vidi quel ragazzino che distendendo il braccio, mi indicò con il dito uno stereo emerso dall’alone della lacrima: lì, davanti a noi, per terra si erse uno stereo piuttosto grande. Il bambino mi suggerì di alzare il volume. Mentre lentamente giravo la rotella del volume, sentii come un tiepido suono che si faceva sempre più forte, fortissimo, benché io non riuscissi a definirlo. Fino a che culminò in un accordo di chitarra che come un esplosione, mi fece sbalzare all’indietro; e iniziò così, un roboante assolo di chitarra. Era graffiante, ferruginoso, distorto, sporco, un ritmo incalzante, un accento brillante, tante note legate senza una pausa di riflessione, suoni impulsivi, sregolati., un frastuono di note che si sbattevano l’uno contro l’altra, che precipitavano e che poi risalivano inghiottendo aria per poi liberarsi in un respiro profondo. Quelle note erano grida di gioia, di ilarità, di godimento di dolore. L’armonia era l’equilibrio. L’assolo era la vita. Oddio Oddio !!! estasi. catarsi, liberazione. Stavo urlando e dimenandomi e non volevo smettere
Sono passati ormai 15 anni da quell’evento e solo oggi sono tornato . Feci una grande figura di merda. Venne l’ambulanza e gli infermieri che pacatamente mi fecero sdraiare nel lettino. Ero circondato da facce di gente incredula, che si era scomodata a scendere dalla loro case e che forse nella loro vita non avevano mai espresso stupore. Quelle espressioni del viso erano come quelle di un bambino a cui dici che Babbo Natale non esiste, benché non sappia nemmeno della sua esistenza; insomma quell’espressione di quando non si capisce, ma qualcosa dentro, ti lacera.
L’ambulanza lentamente mi condusse al Pronto Soccorso. Con prognosi di 5 giorni a causa di esaurimento emotivo, mi misero sul primo treno per Camporognone
Girò voce che un tossicomane in preda ad un attacco isterico spaccò uno stereo uccidendo un bambino e anziano signore dandogli fuoco. Fu l’unica notizia che trapelò in quel paese e forse l’ultima. Tra i tavoli della briscola, tra la gente negli uffici, tra i bambini a scuola, tutti parlarono di quel evento in maniera pacata, quasi sussurrata , ma mai senza giudicare e senza scomporsi, solo poche lacrime. Ogni tanto.
-“Ma eri stato te?”
-“Io non seppi mai la verità, perché a Tornione del Rombo Spagga Tratta se chiedi,ti rispondono che tutto è tranquillo e che non succede mai niente”
-“ Che flash! Che figata cazzo, ma è una storia vera?Che storia pazzesca un sacco intrigante. Il rock….. Wow. Senti ma, mi passi quella canna di ghianda che l’hai quasi finita? .”
-“ Si scusami” mi alzai e me ne andai sfumando verso i bagliori della notte.

Alla prossima per nuovi estratti da Storie Drogate. Il vostro Globe trotter Manggiossi Cash

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Cavolo!! Manggiossi collabora con la Cipolla??
Fantastico.Io Manggiossi l'ho conosiuto. Passò da Severino Squalo. Mi ricordo in riva al Mare ci tenne tutta una mattina e tutta un pomeriggio a raccontarci la sua cavalcata sul'asino volante per salvare un delfino intrappolato da una rete da pesca.

Buso

Anonimo ha detto...

io comunque ci ho messo molto di più di 3 minuti e 50. secondo me sovrastimate i vostri lettori....

Anonimo ha detto...

Rivoglio i refusi, ridateci l'autentico!!!

Anonimo ha detto...

Che cazzo c'entra sto qui con la Cipolla??

qui le cose devono essere serie, mica surreali come ste Storie Drogate.

Bubblo Morru

Anonimo ha detto...

Manggiosi sei un eroe!

ciuccia81

Anonimo ha detto...

Io sono uno studente di Manggiossi. Spesso mi reco a trovarlo quando posso, per ascoltarlo e imparare. Davanti ad un campo di riso sotto un albero, lui ti accoglie. Quando atacca col rullare i siluri de ghianda, t'atacca un pippone de storie che t'atacca la voglia de evadere che t'atacca la voglia de lacca che t'atacca la voglia di ascoltarlo mentre il tempo te sfugge e t'atacchi ai coglioni, al tram mentre poi in realtà vorresti ataccare in Madagascar Vorresti gridare t'atacchi asto cazzo hai rotto i coglioni. Poi t'ariva la canna e siamo tutti ataccati al tiro e siamo tutti contenti

Furzio