domenica 23 agosto 2009

Il genio di Flumarro

Durante i giorni di prigionia avevamo con noi alcune copie di un autore estremamente intenso: Marro Flucidi. Detto anche Flumarro dagli amici più intimi, tra i quali Persolino ed Eluanotta, nella sua narrativa riesce a esprimere dei concetti al confine tra l'astratto e il magnifico. (a cura di Upo Upi)

"Non sia mai sassolegno dove possa l'eterno stellauro" così, cantava quasi, nei "racconti di un bosco infinito" pubblicato agli esordi negli anni venti. Il suo stile è stato associato alla corrente del sostantivoplus, proprio per questa capacità di estendere le parole, raddoppiandole e ampliandole nel significato. Egli però si è sempre sottratto a ogni tipo di etichettatura, riuscendo forse a a creare un suo mondo molto poco riproducibile. Chissà cosa avrebbe potuto scrivere ancora se non gli fosse stata tolta la vita, in quella primavera del '38, quando ebbe il coraggio di criticare il principe Ghaullo. Pubblichiamo un estratto del libro "Principe G" (Edizioni Spenser - 1953), dove emerge, in un gioco di metafisica, un'incredibile sospensione di parole.
"(....) ma allora non passano le vecchiarde ostinazioni, perché se le regole sono sgabellofanti allora noi ci dobbiamo attrezzare con mazze canine o modificare le mordive coscienze con allevamenti di spade mannare. (...) Principe G., tu sei un uomo. Principe G., la mammalupamadre che nel genere ti pose in recinzione, prima si fece in prostituzione e poi ruppe i legni con abili polmoni ondulati."

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Da non dimenticare il capolavoro del '23 "Fienomistounghie"...
Flumarro scava nell'animo delle parole...le interseca, ci gioca e gli fa fare l'amoreperore.

Anonimo ha detto...

Ho sempre trovato Flumarro di difficile lettura...
Forse dovrebbero scegliere autori più moderni per le scuole.
F. Bauto